lunedì 31 dicembre 2012

2013

Benvenuto 2013.
Parlo a te, anno nuovo che imperversi sui nostri giorni con una regolarità e scadenza che ossessiva è dir poco.
Parlo a te, non giocarmi colpi maldestri, non irrompere nel mio cammino con aria malinconica e nostalgica. Perché gli anni passano ed io non posso più essere bambina. Sono una donna, giovane donna con parvenze di felicità. Brevi spiragli di luce nel marasma di polvere che sovrasta gli occhi. Anno nuovo, è il primo anno dal 2008 a questa parte che ti festeggio, che trovo una ragione valida per non maledire il mio risveglio il fantomatico primo dell'anno. È il primo anno dopo il 2008 che accolgo il tuo avvenire fuori da un'austera stanza d'ospedale. E sorrido. Poco ma lo faccio. Guai a te se oserai rovinarmi le aspettative, è un anno importante, ricco di cambiamenti perciò non lasciare che il lato oscuro prevalga sulla luce...
Ti voglio bene anno nuovo..

mercoledì 19 dicembre 2012

Odio odiare, odiandomi odierò odiare.
Amo amare, amandomi amerò l'amore.
Sento il sentire, sentendomi sentirò il sentire.

Il problema sorge quando mi amo odiandomi ed odio sentirmi.
Buon natale dicono tutti.
Natale è famiglia ed io famiglia non so che cos'è.

lunedì 10 dicembre 2012

Ringraziandomi

Complimenti a me, che ci ricado.
Complimenti a me che osservo le mie gambe in ogni superficie possibile con disgusto.
Complimenti a me che piango.
Sempre, ovunque e senza ritegno.
Complimenti a me che sto facendo il possibile per rovinarmi l'ultimo maledettissimo anno alle superiori.
Complimenti a me che mi sono innamorata di un uomo splendido ed odio profondamente me stessa.
Complimenti a me che taccio ad un interrogazione di storia, tra le mie materie preferite per prendere un impreparata e soffrire.
Complimenti a me che ricerco il fallimento per provare dolore.
Complimenti a me che odio mia madre e mi sento in colpa per questo sentimento.
Complimenti a me che guardo l'amicizia con diffidenza, l' amore con terrore e speranza al contempo.
Complimenti a me, che faccio "Buon viso a cattivo gioco" pur di non rispondere a quel "come stai" che tanto vorrei.
Complimenti a me che mento.
Complimenti a me che fallisco.
Complimenti a me che ho la morte nel cuore ed ora, anche negli occhi.
Si, l'autunno è difficile ma non dovrebbe esserlo così tanto da sognare il sonno eterno.
Già buon caro Verga, caro amico, un uomo potrà anche tentare di cambiare la sua situazione ma.. Non ce la farà mai. La vita lo inghiottirà e con esso anche tutti i suoi sforzi.
Complimenti a me, "che mi amo sopra ogni cosa"... ...

sabato 24 novembre 2012

"Carissima me"

Certo carissima me, rifugiarsi tra un soffice materasso ed un caldo piumone è la miglior scelta che io, carissima me potevo scegliere.
Perché, carissima me, tu non sai scegliere.
Tutti affrontano il dolore rifugiandosi in un dolore più forte, più insopportabile.
-Vigliacca!
Ecco che cosa sei, carissima me.
-Codarda!
Provami il contrario se così non è allora..
L'odio nei miei confronti è proporzionato ai silenzi che mi regalo e quaaaanti sono i silenzi ora.
Carissima me, lo so. Stai cercando di sabotare tutto ciò che di bello ho ora. Perché ci sono cose belle ma l'Autunno, il fascino del tetro ti seducono più di quanto faccia il sole.
Forse perché il sole non splende.
No, piove.
Dentro e fuori.

lunedì 12 novembre 2012

Cappio, al collo.

Mesi che non apro questo Blog.
Speravo che ignorandone l'esistenza potessi anche dimenticare, rimuovere SEPPELLIRE ciò che ero, che sono...

L'estate è trascorsa frettolosa, furtiva, ingorda. L'estate mi ha fatta vivere, sognare, toccare con mano emozioni ormai lontane. Ed è da quest'estate che sto con un ragazzo di una sensibilità estrema, disarmante... Andrea, è io mio Angelo.

Pensavo il dolore fosse seppellito anche se, lo sentivo fremere e scalpitare tra i miei visceri. Sentivo questa forza distruttiva.
Ed ora eccola qui.
La prima febbre, una brutta tonsillite ed ecco che la fame biologica scompare, il peso scende un po' e qui.. Scattano una serie terribile di ricordi, collegamenti. Mi chiedo che cos'ho fatto di male. Nulla, mi sono solo concessa una normale tonsillite.
Il buio e la nebbia sono scesi nuovamente davanti ai miei occhi, pomeriggi di depressione, sguardo perso. Lacrime, fiumi di lacrime per ogni cosa. Le sento li, sempre pronte a sgorgare a fiotti. Ma non scendono, non ce la fanno sono troppo troppo deboli e stanche...
Lo sono anche io, devo ammetterlo.
Nulla riesce a rapire la voglia che ho di andarmene, nemmeno il ragazzo di cui mi sono innamorata. Nemmeno colui che mi toglie ogni pensiero riesce, durante la sua assenza a strappare la voglia che ho di salutare cortesemente il mondo intero.
Non ce la faccio.

giovedì 12 luglio 2012

Swami

È arrivata Swami, un Bichon frisé di tre mesi. Ha bisogno di me, del mio amore. È la mia ragione di vita. Non mi sento più, sto mangiando come una persona normale, sono due settimane che rifiuto i colloqui con la psicologa. Non riesco a piangere ed il non poterlo fare nemmeno con lei mi strazia. Swami, vivrò per te. Dammi la forza, in cambio ho solo il mio amore La tua nuova compagna di vita.

domenica 1 luglio 2012

Hell.

Blackout. "Bam!" Svenuta. Delirante. Non scherzo, credo di sentire le voci. Anzi, "La" voce. I kg scendono, la debolezza invade, la testa si perde. Mi sono imbottita di gocce, era tanto che nemmeno le sfioravo. Vado a letto. Magari dormo. Impossibile.

giovedì 21 giugno 2012

IL CIELO CAPOVOLTO

Ritorno dal silenzio senza parlare di me. Non ritorno quindi, resto nel silenzio.


Volevo parlarvi di un libro, 122 pagine divorate in poche ore.

"Il Cielo Capovolto" di Antonella Gatti Bardelli

La bambina perfetta, la prima della classe, la prima sul palcoscenico. Mentre balla, la sua inesistenza va in scena. Persa dietro abbracci vuoti, apparenza. Vuota in mezzo al vuoto.
Controtono nell'equilibrio. Ingoia, ingoia il nulla, ingoia il pianto, il vuoto.
Ingoia il vuoto e vive per un applauso, rivive nei sorrisi altrui.
Rivive per gli altri, ma Antonella dov'è? Scopritela, raccoglietela sull'asfalto, toglietele dalle mani quei coltelli.
Antonella, l'ho raccolta nel suo libro, le ho voluto bene quando me lo ha regalato.
Senza sapere, che amo i libri, che vivo nei libri, che vivo nell scrivere.
Che taccio i miei silenzi consumando pagine di vita. Oltre che me stessa.

Ve lo consiglio, è un libro straziante, crudo ed elegante. Nei toni, nei passaggi.
L'ho amato dal suo incipit.


Tenetelo con grazia, il Cielo di Antonella.



L'ho letto In una di quelle notti in cui non ti senti normale, non ti senti te stessa.
Una notte in cui la nicotina aveva rapito la coscienza, l'incoscienza m'accompagnava.
Mi teneva compagnia. Una di quelle notti in cui ti senti sola, vorresti piangere ma non sei più capace di partorire lacrime da un grembo oramai prosciugato, asciutto, stanco.
Ossa maciullate dall'osteoporosi. Denti corrosi. Smagliature d'altalena di peso.
Chisenefregano? Devo viverci io rinchiusa in questo schifo.
Buona vita lucine,
io alla mia non ci tengo più.

domenica 10 giugno 2012

Too dead to die

Mi sento un ippopotamo. Vuote sono le mie parole come vuoto è il mio cuore. Non riesco a dire nulla, se non ad esprimere il desiderio che qualcuno mi buchi con mille aghi così da sgonfiarmi. Muorimi davanti agli occhi J.

sabato 9 giugno 2012

Altre 11 domande...

Le domande di Liliham:
1- Che cosa tieni sulla tua scrivania?
Le cuffie dell'iPod, un libro ed una penna con un blocco di carta per scrivere.
Adoro le penne e la carta.
2- Che tipo di vestiti indossi?
Dipende da come sto, dipende quanto devo fingere. Tendo all'elrgantino e classico, ballerina, camicia e jeans.
3- Che filosofia o religione segui?
Non so se ha un nome, semplicemente la mia. Il fare del bene quando possibile, il regalare un sorriso se possibile. Ai bambini no, non mi piacciono. Adoro gli anziani.
4- Quale sport estremo vorresti fare?
Vorrei iniziare a fare lanci con il paracadute se potessi
5- Come sogni il tuo matrimonio?
Non lo sogno, non l'ho mai sOgnato. Non credo nel matrimonio, quanto forse in una convivenza...
6- Come vedi la tua vita da anziano? In una casa di riposo servito e riverito o sempre in viaggio a godersi luoghi mai visti prima?
La immagino come l'età in cui potrò dedicarmi ai viaggi, alla scoperta di quella cultura ce ho sempre amato:la cultura orientale. La immagino attiva dal punto di vista lavorativo, non mi piace l'idea della pensione, quanto di poter continuare a fare il mio lavoro, accudendo i miei pazienti e dedicarono al loro reintegro nella società.
7- Il libro più bello che tu abbia mai letto?
La solitudine dei numeri primi è il mio libro preferito...
8- La cosa che più ti piace di te stessa? Gli occhi. Per quanto io li odi, perché non riescono a mentire..
9- Il film che più ti rappresenta?
Prendimi l'anima
10- Un piatto che non consiglieresti mai a nessuno?
Il cotechino con la brovada
11- Perchè tieni questo blog? Per poter convincere me stessa che posso scrivere in un luogo che non sia la carta, oltre al fatto di avere questo blog e tenerlo come un piccolo antro in cui rifugiarmi. ...

Awakings

Oggi ho bisogno di scrivere.
Capisco se non mi seguirete più, inizia il delirio estivo.
La scuola è finita e posso comcedermi il lusso di stare bene.
Bene e f f i m e r o, utopistico ...
Ma così idilliaco da non farsi abbandonare.
Prendo l'auto, un'ora di strada. -Ciao cena-
Solo colazione e pranzo. A cena si va a correre.
Spero la mia migliore amai resterà affianco a me, pur non vedendomi. Saró troppo impegnata, avrò troppo da fare. Avrò troppo da fare per distruggermi. -Ciao Vita, ciao speranza-
Mi concederò di sopravvivere dove la speranza non è d'obbligo.

Sine cura

Non ho mai chiesto la Luna a nessuno.
Ora si, ora la Luna la domando a chiunque.
Perchè se c'è Luna, c'è Notte.  Se c'è Notte non c'è Luce.
Se non c'è Luce, posso rifugiarmi nella tregua di non guardarmi.

Posso sedermi a terra, le ossa non fanno più così male.
Posso fare uno scatto e correre senza svenire.
Lo avessi fatto una settimana fa, sarei collassata a terra.
La tensione della fine della scuola ha fatto si che ieri ed
oggi io ed il Glucosio siamo diventati grandi amici,
ci siamo dedicati a lunghi discorsi.

Preferirei vedermi macerare piuttosto che soffrire così.
Come si spiega una sofferenza così grande? Quali sono le parole migliori per non privare il dolore delle sue lacrime? Non ci sto più in questa pelle, il vento è caldo, il gelo scotta, il caldo gela.
In questo mondo, dove tutto è distorto, dove il Sole splende la notte e la luna il giorno, dove la notte vivi e il giorno muori.
In questo mio mondo dove tutto vale niente, dove il niente è tutto ciò che vorrei.
Dove non è importante vivere ma vivere per sparire, dormire per morire, sognare per piangere.
Scomparire per essere felici.

Non lo reggo più tutto questo, non lo reggo più tutto questo dolore che sembra strapparmi gli organi interni, macellarmi l'anima.
E la gente la deve smetterla di dirmi che ora mi vede troppo magra ma sicuramente meglio, non lo sopporto, vi ucciderei tutti. Dal primo all'ultimo.

Lo capite che anche se non ho il peso di una foglia e la fragilità di uno stecco, se non arrivo ai cinquanta chili quando il mio peso forma è oltre i cinquantacinque, se non riesco a farmi una doccia se non al buio e con una maglietta addosso. Lo capite che soffro ugualmente? Anche se non sto per morire. Ed è proprio il fatto di non essere in costante rischio di vita che mi mette più ansia.
Lo capite che per potermi addormentare io devo riempirmi di cuscini tra una gamba e l'altra? Lo capite che non indosso la metà dei miei vestiti solo per paura che non mi vadano larghi come un tempo? E non dico che mi vadano stretti, dico che ho paura che mi vadano meno larghi.
Diavolo di un Dio e ti bestemmierò finchè potrò proferire parola, perchè? P e r c h è?

Gente che mi fate i complimenti, gente diavolo. Gente, al diavolo la vostra ignoranza, la vostra stramaledetta superficialità! Lo capite che io preferivo morire come volevo io invece che morire dal dolore? Dalla frustrazione? Lo capite cristo che tutto questo è il peggiore tra i gironi dell'inferno?

Mi sento una sepolta viva. Una nata e sepolta.
Otretutto ho voglia di tagliarmi. Perchè ancora? Io ho chiesto aiuto, sono in tre dannati specialisti che mi seguono, e se servon flebo si fan flebo, se serve una chiacchierata si fa una chiacchierata... ma ora... ora dovreste capire che cosa sta succedendo. SOno al limite, limite invalicabile se non con un salto nel vuoto, sono al limite dell'umanamente e disumanamente tollerabile. Fate qualcosa santa miseria, fate qualcosa. Perchè se questa volta ricomincio, non mi lascerò salvare.

Innanzitutto ricomincio a fare di testa mia per quanto concerne l'introito nutrizonale giornaliero. Inutile far qualcosa se poi assieme a questo non c'è un minimo di stramaledettissimo supporto.
Per il 15 Agosto, mi rivoglio con il sondino.
Anche prima se riesco.

Non voglio una bara, non voglio un contenitore idiota con le mie ceneri dentro.
Voglio che mi bruciate assieme a delle calle.


giovedì 7 giugno 2012

Giochiamo con due giochini, ridiamo come bambini.

Un lungo post.
Inizierò con le 7 cose su di me, finalmente.
Scusandomi con Dony per aver aspettato tanto.
Ed in seguito il giochino delle 11 cose, ci ho preso gusto.

Di me parlerò in un altro post, ho le mani legate ed il cuore in ipotermia.
Lo stomaco in corrosione e gli occhi color sangue.

LE 7 COSE SU DI ME:

•Ricordo l'asilo tramite una sola ed esclusiva immagine: me e la maestra in mensa.
Adoravo quella maestra, i suoi abbracci eppure, non volevo mai mangiare. Rimanevamo io e lei sole in un incubo di silenzio, una mensa fredda, ogni millesimo di secondo sempre più fredda. Non la odia mai nonostante la costrizione, ancor'oggi prendo il treno e la vado a trovare talvolta. Lei è una pittrice, ha smesso di fare la maestra, ora lavora a Venezia, la magia della sua dolcezza la trasportata tutta d'un fiato in ciò che dipinge. Ricordo le mie ricreazioni passate con lei, i pennelli e le tele... non ero certo una pittrice provetta, ma io disegnavo le mie foglie, disegnavo primavere ed autunni che sognavo.Famiglie che immaginavo. Disegnai mio padre... disegnai un fantasma. Ma questo è un'altro argomento!

•Avevo otto anni e la casa dei nonni era il più bel parcogiochi in cui io potessi rifugiarmi. Ricordo la sedia a dondolo vicino al caminetto, proprio come nelle fiabe più belle. RIcordo il ciliegio sul quale mi arrampicavo per ore creando non poca apprensione alla nonna che invano tentava di farmi scendere. Il gatto, quel meraviglioso certosino con il quale passavo ore ed ore. Il terreno della casa, ai lati era attraversato da due fossati, uno, sul lato destro della casa vedeva al suo principio un salice piangente; i suoi rami sfioravano l'acqua ed io, legavo le mie barchette di carta tra loro vedendo quale vincesse... partivano tutte da quei rami tristi fino ad affondare quando la carta cedeva... La casa è venduta ora, gli ettari di terreno attorno, pieni di alberi da frutta, piscina, vigneti... tutto distrutto. Distrutto perchè finito nelle mani di persone che quella casa non l'amano, ma la maltrattano. Un giorno, se mai diventerò un medico, spero di avere la possibilità di riavere quella casa... e di ritornarla ai miei nonni.

Mi è già difficile trovare una terza cosa...


•Sin da piccola, mi insegnarono a non mangiare nulla con le mani. Il pollo, la pizza, la frutta.
Mio nonno voleva così, lui l'arancia la sbucciava con forchetta e coltello. Mia madre lo seguiva.
Mio padre controcorrente, pretendeva che io mangiassi con le mani... fu uno schock quando mi prese la mano e mi fece impugnare il pollo.
Lo so, è sempre cibo e non voglio parlare solo di quello... ma... faccio troppa difficoltà a ricordare, cercare, scavare.

•Ricordo alla perfezione il mio cane, Dafne. Era uno Yorkshire Terrier di 2,8 kg. Era il mio amore. Era, così come scrissi il 24 Aprile 2003 sul mio diario "l'unica persona che mi teneva compagnia quando ero triste, l'unica persona che faceva colazione assieme a me, l'unica persona che dava i baci alle mie lacrime". Era, appunto. Quel giorno, non ebbi la possibilità di salutarla.

•I miei pattini, adoravo qualsiasi sport fosse veloce. A 3 anni mi misero per la prima volta sui pattini a 4 ruote, ero una piccola scheggia che correva nel cortile. A 6 anni mi misero sui pattini in linea. Non smisi più, ancora oggi nei giorni in cui ho bisogno del solo vento che accarezzi il mio viso prendo i pattini, vado con la macchina fino in cima ad un monte non molto alto nel mio paese e ... mi lancio giù. Dio solo sa, anzi no, lui non esiste... chi mi ha mantenuto viva in tutte queste mie discese...

•Amo l'arte in tutte le sue forme. La musica, la scrittura, i dipinti. Tra i miei pittori preferiti vi sono Oskar Kokoschka, Egon Schiele e Magritte. La musica, in tutte le sue forme, dalla classica, al latino americano, al rock. Mi sono un pizzico indigeste la musica TunzTunzParapapunz e quella Country.
La scrittura, beh, é la mia vita. Ho sempre un libro in borsa, carta e penna... può succedere che guardando fuori dal finestrino io pensi chissà quale cosa ed inizi a scrivere poesie.

•In ultimo... beh, quella che sono ora. Caratterialmente parlando naturalmente. Sono molto determinata, decisa quanto insicura e titubante. Strano no? Sono una cosa ed il suo esatto opposto. VIvo in un distinguo d'emozioni a seconda che io debba avere a che fare con me o con gli altri. Verso gli altri sono accondiscendente, altruista, realista, educata, tenera, paziente quanto intollerante ed intransigente su certe cose come ad esempio la sincerità, la puntualità e l'ipocrisia. Odio i giovani che non rispettano gli anziani, li prenderei a schiaffi quando sull'autobus nemmeno accennano a spostarsi.
Per quanto riguarda i bambini... beh, non mi piacciono. Mi irritano, non riesco ad instaurare un rapporto, a tenerli vicino a me con dolcezza. Sono fredda e severa.

ED ORA LE
COSE CHE MI PIACCIONO:
•Ascoltare musica al massimo volume in auto mentre guido in autostrada
•Il "Capo in B", è un tipo di caffè che da noi ha questo nome. Una sottospecie di macchiato con poco  latte e tanta schiumetta in bicchiere di vetro.
•Il mare. D'inverno o estate che sia, lo amo.
•I cani
•Disegnare e lavorare con la grafica
•Studiare
•Fotografare
•Le auto (maggiolone) e le moto (La Ducati Diavel <3 )
• Fare viaggi in treno ed aereo
•Il moto GP
•La tecnologia: iMac, IPad, Iphone,Ipod ... Della Mela naturalmente <3

LE RISPOSTE ALLE
DOMANDE

1- Cosa farai da grande?
Se mai dovessi riuscire a passare il test d'ammissione a Medicina l'anno prossimo, spero di diventare una Psichiatra, perchè quello che mi hanno donato a livello di emozioni alcunimalati psichiatrici gravi che ho incontrato... non sono paragonabili davvero a tutto l'oro del mondo.

2- Come immagini il tuo futuro tra 20 anni?
Tra vent'anni, mi immagino in due figure completamente distinte tra loro. Ma do voce a quella sana... e quindi, mi immagino assieme ai miei pazienti, mentre riesco a donar loro un barlume di vita. Mi immagino in un mio piccolo attico nella mia città, immagino l'arredamento interno. Mi immagino distratta in molti viaggi e conferenze, aggiornamenti... mi immagino una me che forse vivrà.

3- Quale è il tuo sogno nel cassetto?
Ahimè è ciò che spero di fare da grande. Il Medico Psichiatra.
Tralasciando questo, sogno non solo di aver abbandonato la malattia ma di non ricordarla proprio più.

4- Quale è stata la gita scolastica piu' divertente a cui hai preso parte?
Non ci sono mai voluta andare... Ahimè.

5- Quale è stata la tua vacanza indimenticabile?
Mahdia, in Tunisia. E' stata l'unica estate in cui sono stata bene. Me la sono goduta fino all'ultimo istante.Ho provato di tutto, paracadute, nel deserto con i quad...di tutto.
E mi piaceva.

6- Quale è stato il momento piu' romantico che hai vissuto con un ragazzo?
Era il 2008 ed avevo preso la mia prima cotta. Avevo 16 anni e la vigilia di Natale, abbracciati sotto la neve che lenta scendeva mi persi nell'abbraccio di quel ragazzo ventiquattrenne altissimo...

7- Quale piatto preferisci cucinare, se non per te stessa, per gli altri?
Per gli altri... Il risotto con le pere e noci !!

8- Chi è la persona della tua famiglia a cui ti senti piu' legata?
.... Beh, difficile.
Credo a mia madre, o forse mio padre, o forse nessuno dei due.. e se invece fossi legata ad entrambi?
Non lo so.

9- Se fossi costretta a vivere per un lungo periodo su un'isola deserta, ma avessi la possibilita' di portare con te un solo unico oggetto, a cosa non rinunceresti?
Alla macchina fotografica credo... anche se, rinunciare a carta penna e sigarette sarebbe difficilissimo!

10- Quale è il tuo modo piu' banale di volerti bene?
Concedermi la tregua della scrittura o del disegno...
Tagliarmi i capelli quando ne sento il bisogno..emotivo naturalmente!

11- E tu, a chi la daresti una bella testata sul setto nasale?Alla mia psichiatra.

Ed Ora le 11 Domande da passare ad altri Blog:
•Acqua o fuoco? Perchè ?
•Qual'è la domanda a cui pensi non riuscirai mai a trovare risposta?
•Preferiresti cancellare ogni ricordo e ripartire da zero o provare ad elaborare la sofferenza?
•Qual'era la materia preferita delle superiori?
•Qual'è l'oggetto simbolo della tua infanzia?
•Hai un portafortuna?
•Credi in Dio?
•Hai mai odiato a tal punto qualcuno da augurargli il male?
•Se dovessi disegnare un albero, sarebbe con o senza radici?
•Se ti offrissero la possibilità di andare sulla Luna, accetteresti?
•Qual'è il tuo fiore preferito?

Queste domande sono per:
Dony

Freeliliham
VIctoria
Lia
Lara
SleepLessNess
Thanaa
Broken HeartAlice
ElizabethDichiaratamente pro vita






domenica 3 giugno 2012

Chef

Le scapole bucano la pelle, le costole imprecano attenzione.
I polsi guadagnano leggerezza. Le cosce no, esprimono "salute".
Le gambe vigorose bramano chilometri. La testa impone di fermarmi, il cuore domanda tregua.

-Torta al cocco con glassa al cacao, barchette di pere e cioccolato, spiedini di anguria ciliegie ananas e melone. Cannelloni con zucchine e gamberoni, branzino al sale con patate ricolme d'olio e rosmarino. Risotto con asparagi e petto di pollo al limone-


Ecco che cos'ho fatto oggi.
Buon appetito mamma! Io ho bevuto una tisana al finocchio, litri di caffè e dieci ciliegie.
Mi fa male il cuore. Piango. Forse questo è un incubo, magari addormentandomi mi sveglio.

giovedì 31 maggio 2012

Dalla fonte.

Innanzitutto, ringrazio Dony per il premio. Le mie parole ringraziano e forse, un po' anche il mio cuore. Le 7 cose su di me, le scrivo appena mi riapproprio del pc, scrivere tanto (e bene) con il cellulare è snervante. Ed ora diamo libero sfogo a questo flusso di coscienza opprimente. Sono le sette del mattino, sono sveglia già da due ore. Sono sveglia e già così stanca...tanto stanca. Lo stomaco punge già, ma questa mattina non è andata come il solito. Lo stomaco grida ed io lo zittisco con la mia splendida (non più piacevole) tazza di caffè. Non lo avessi mai fatto, credo di aver rovesciato nel wc anche l'anima. Questa volta non volontariamente peró. Girava tutto, tutto faceva male. Protettore gastrico, plasil e letto. Con la borsa piena di sensi di colpa mi sono trascinata a scuola. -J. stai bene? -Si, è solo un briciolo di nervoso di troppo. -non raccontarmi idiozie, hai un volto ed un corpo che non mentono a differenza tua -Professoressa, non doveva interrogarmi? -Non cambiare discorso, comunque non ti interrogo in questo stato -Grazie. Ed il mio senso di colpa è aumentato a dismisura, la vergogna mi ha pervaso e me ne sono andata in bagno a piangere. Mi fa sempre più pena ciò che scrivo, mi paiono righe prive di qualsivoglia interiorità. Vi chiedo scusa. In testa ho solo desideri, per gli altri. Vorrei poter vedere le persone vicine a me felici. Mentre io mi spengo. Domani ho la visita con la dottoressa:pressione,pancia, respiro, caviglie, cuore. Questo caldo non aiuta la pressione anzi, la prende a bastonate. Il cuore sta facendo festa, spesso sento delle aritmie inquietanti. La pancia? Vuota come il cuore, vuota come lo sguardo. Il peso? Più giù, spero nel "range consentito" e "scongiura minacce". Martedì prossimo la psicologa. Mercoledì prossimo l'altra psicologa e conoscerò la nuova psichiatra. Vorrei bere dalla fonte della pazzia e diventare folle. O forse già lo sono. Anzi no, sono sun troppo cosciente e lucida, questo mi spaventa.

domenica 27 maggio 2012

Stanca

Il nulla è tornato. Al di la dell'anoressia, al di la' di tutto. Forse la soluzione è davvero scomparire, ma non lentamente assottigliandomi. Mi vedo grossa, sento la pelle dilatersi ogni istante sempre più. La mia voce è flebile, lo sguardo spento la pelle bianca, le occhiaie pesanti. La pelle disidratata, il sorriso sforzato, i pasti un'agonia. La dispensa è il terrore, le pentole non le reggo perché pensare che dentro ci sta il cibo ... Tremo. Piango ad ogni tono diverso, ad ogni difficoltà, tensione. Sono una debole, mi sento debole, fragile. Oggi ho detto a mia madre, in un momento di debolezza che io, voglio morire. Si, non ce la faccio più a reggere tutto. Mi sta schiacciando tutto questo presente così sbagliato ed ingombrante. Voglio morire, non svegliarmi più al mattino. Non bere il caffè, non essere stanca, non guidare fino a scuola, non saltare io pranzo, non fare merenda, non piangere, non voglio più non aver riuscire a studiare.non voglio più passare le notti in bianco, sentire il peso di una vita fatta di sbaglia. Non voglio più piangere la notte. Non voglio più scrivere i miei deliri su un foglio, non voglio più andare da psicologi e psichiatri, da medici che mi tastano la pancia, che mi tastano le caviglie per scoprire eventuali edemi. Non voglio più volere nulla. Sono stanca. Stanca di aprire gli occhi al mattino sperando che la notte sopraggiunga in fretta. Sono stanca. Voglio non esistere più. Si, lo voglio. Voglio dormire, per sempre.

mercoledì 23 maggio 2012

Qui come ovunque

Sono sola anche qui. Non c'è più nessuno, nemmeno qui. Fa tanto schifo ciò che dico eh? Le mia parole sono storpie non è vero? Zoppicano diamine, zoppicano anche loro. Non si accetta ciò che è diverso, non piace ciò che non è scontato. Lo avevo capito già da tempo. Quanto schifo mi fa il mondo, quanto schifo mi faccio io. Perché, perché? Perché non sono morta io al posto di Melissa? Perché il terremoto non mi ha inghiottito al centro della terra? Almeno li, tra i dannati sarei stata al caldo e... In compagnia.

domenica 20 maggio 2012

Anche io parlo di taglie, peso e ciccia. Anche io controllo ossessivamente il mio corpo. Ogni superficie è utile ad un veloce check corporeo. Ciò che vedo non mi è mai piaciuto 55, 50, 46 39 o 36kg è sempre stato tragico ciò che vedevo. Ciò che vedo è sempre una coltellata al cuore, una di quelle sensazioni che non augureresti al peggiore nemico. Credo il mio corpo si sia arreso, credo la mia mente sia stata vinta da quel maledetto istinto di sopravvivenza insito in ognuno di noi. Sento la mia testa "piena", oppressa, incapace di comprendere ed immagazzinare ciò che i libri mi sussurrano. I libri con voce fioca cercano comprensione, ma nella mia mente il volume è troppo alto, dentro essa ci sono urla,pianti, botte. Li dentro c'è l'apocalisse. I libri sono intrisi di lacrime e sangue. Di presente e passato. Anche io parlo da malata, anche io mi dispero quando perdo il cOntrollo, anche io oggi ho sentito i miei jeans H&M taglia 34 che erano giusti, giustamente skinny e non leggermente larghi come il solito. Ho perso il controllo dopo quella maledetta birra obbligata di Bruxelles, l'ho perso e questi sono i risultati. Nemmeno mi sfianco per cOntrastarli, non perdo i sensi vomitando davanti ad un wc. Non ha senso tutto questo, tanto si di non poter fermare questo delirio. Verranno tempi migliori, tutto questo cibo finirà, e da un estremo tornerò all'altro. NOn appena avrò pianto tutte le lacrime accumulate, ricomincerò a lasciarmi morire ancora. E ancora e ancora. Finchè arriverà il giorno in cui sarò alla fine. NOn mi dico "da domani non mangio più", no. A cosa servirebbe? Soltanto a farmi sentire vile e sporca quando "domani" mangerò. Sento quando è il momento di non mangiare, anche perché... Sento di non poter mangiare. Ora mangiare mi serve, serve a poter piangere. Mangiare serve a farmi esoliaste di dolore. Mercoledì scorso stavo andando a schiantarmi con l'auto. Per me era giunto il momento. Una telefonata mi ha salvato, sapevo che se non avessi risposto a quella persona si sarebbe insospettita. Insospettendosi si sarebbe "attivata" per cercarmi mentre nel cOntempo io ero agonizzante tra i resti della mia auto. Avrebbero potuto trovare il tempo di salvarmi ed io non volevo. Non volevo che qualcuno potesse trovarmi e salvarmi nel caso in cui non fossi morta sul colpo. Per questo ho risposto. La psicologa ha deciso che iniziamo con l'EMDR. Un tipo di terapia. Sarà lunga, c'è tanto da tirare fuori. Non so nemmeno se ne ho voglia. So solo che piango sempre. So solo che vorrei essere così magra da volar via... Ma... So anche che per me è troppo già lo scheletro d'ossa che una persona alta 1,73 si porta appresso. Quindi, dovrei limare le mie ossa per essere giusta nel mio dolore? Al diavolo le fandonie, io "non sarò".

venerdì 18 maggio 2012

The stupid, the proud.

La stupida. L'orgoglioso. Il cibo. Il sangue. Le lacrime. Il riso. Amaro ma c'è. Il nero. Il bianco. Il rosso. Colore ma c'è. Io sole. Il mare. Non ci voglio pensare. Non riesco a formulare un discorso con capo e coda, sto divorando anche le parole oltre che le mie interiora. Ci vorrebbe un prolasso di pensieri per farmi parlare. Vegeto ancora.

domenica 13 maggio 2012

Brussel

Sono immobile mentre mi domando che diamine è successo in quel viaggio?
Che cosa è scattato? Forse il temere di stare male davanti ad un docente, forse il temere di non essere all'altezza di quelle estenuanti camminate, sali scendi dalla corriera. Non avrei retto e lo so.
Eppure. Io non bevo alcolici, potrebbero farmi molto molto male e poi... perderei la mia lucidità.
La professoressa forse con fini diversi da quelli che poi si sono verificati... mi ha obbligato a bere una birra. Si sa, Bruxelles e la birra sono un tutt'uno. Fatto sta che dopo mezza io ero un cadavere, barcollante... mi hanno dato da mangiare ciò che c'era li. Dovevo tornare all'hotel sulle mie gambe.
Il problema è che... da quel maledetto momento io per il timore di stare male non mi sono più staccata dal cibo.... mi sono abbandonata.

Non mi sto prendendo più cura di me.
Perchè con le mie porzioni da pettirosso,
mi garantivo la sopravvivenza mentale e fisica.

Non mi sto prendendo più cura di me
Perchè non voglio più vestirmi
perchè mi vedo enorme
perchè non mi sento più debole

Vorrei solo che tutto finisse.
Anche con la mia morte.
Il mio modus vivendi è scheletrico.
Così non soffro, così non impazzisco
e..sopravvivo.
Nella vita da scheletro, la morte è palpabile, tangibile e certa.
Può coglierti l'ultimo malore ad ogni istante... Che sollievo.

IL giorno in cui morirò, vorrò essere cremata. Nessun verme dovrà nutrirsi delle mie viscere. Nessun verme dovrà avere il mio cuore...troppi lo hanno già avuto. La mia anima, beh... quei ventuno grammi che perderò appena mi spegnerò andranno laù, nel cielo a fare compagnia al mio cane. Forse l'unica parte della mia infanzia degna di ricordo. Ed io, verrò cremata. Le mie ceneri sparse in ogni luogo dove sono stata ricoverata e il resto... nel mare. Il mare che mi ha sempre permesso di non sentire il peso del mio corpo, quel mare che mi ha permesso di sentirmi leggera ed invisibile. Sono stanca di vivere, davvero...  Una settimana senza psicologa ed ecco che cosa ne è di me.

Avrei dovuto divertirmi, era un viaggio, era un premio. Ma io non li merito i premi vero? Non faccio/sono mai adeguata/abbastanza vero?
Non sarei mai ritornata a casa, eppure, non sarei nemmeno mai partita. Se fosse stato per me.
Vivere giorni interi senza la possibilità di avere le mie cose da mangiare, i miei momenti di tranquillità, i miei attimi di solitudine mi ha scardinato... si.
Tutto questo assieme alla mancanza dei miei due/tre colloqui settimanali ha fatto di me una macchina da guerra..contro me stessa.
Conficcata in un cunicolo mentre continua a sparare all'ignoto.

Eppure... Bruxelles era magnifica.

lunedì 7 maggio 2012

Il dolore non pesa.

Mi avvalgo della facoltà di non pensare.
Socchiudo gli occhi in segno di tregua, quando parlo. Cerco di sospendermi dalla vita.
Forse ho detto qualcosa che non va, forse ero piccola e introiettavo i personaggi delle mie favole nella vita reale. Quali favole?
Quella del verme che entra nella mela marcia ormai priva di forma a terra?
Quella forse della bambina che dondolava su un'altalena sospesa nel cielo?
Volavo già da bambina: per non sentire, per non vedere, per non parlare.
Qualcosa non andava eppure non sentivo il dolore che sento ora.
[Isteria]
Questa sera, complice il "troppo cibo" sento più di sempre.
Vuoi la partenza imminente, vuoi i mille deliri di cui ora sono capace ma ho sforato.
Pensa vita, mi bastano solo 300 calorie fuori dal previsto e sento di più.
Pazzesco che io debba sentirmi morire pur di provare qualcosa.
[Dca]
Spesso mi ritrovo a sperperare consigli agli altri e ahimè, agli altri riesco anche ad alleviare momentaneamente il dolore. Ma il mio? Scende giù, sempre più giù...
Tutto ciò che entra nel nostro corpo esce anche, il dolore da dove esce? Quando? Come?
[Delirio]
Non c'è psicologo o psichiatra che tenga. Di cui io mi fidi.
Sto iniziando a pensare che forse sono davvero io così, che io sia solo una stupida ragazzetta che sceglie la "comoda" poltrona della malattia invece che quella rigida e senza imbottitura. Eppure io mi faccio seguire, forse non collaboro, non lo so... Non so nulla ormai.
Ed odio il modo in cui scrivo, mi sembrano le parole di una bambina priva di spessore e sensibilità. Chiedo scusa, ma a quanto pare per quanto io mi sforzi a pensare le parole non escono.
[Rabbia]

Mille carte per la partenza, coperture sanitarie all'estero, un beauty che di "beauty" non ha nulla.
Meritene Protein Resource, Calcio+ Vitamina D, Potassio, Vitamina A, Omeoprazolo, Diazepam, Plasil, Tachidol, Coefferalgan.
Riunirle tutte assieme mi ha fatto un certo effetto. Se ne stanno sparse tra i vari ripiani.
Ora invece sono li, tutte assieme.... Dove sono i rossetti scintillanti, gli ombretti colorati, la terra, il fondotinta, creme varie, bagnoschiumi profumatissimi, lacche, smalti... Dove li metto i miei 20 anni?
Mi concedo un bagnoschiuma alla vaniglia e gelsomino. Nulla più.

[Angelo, tu che forse ricordi la mia esistenza, avrei voluto condividere con te un pizzico di questa vincita. Non sei morta. Mi hai solo abbandonata. Eppure sei ancora il mio angelo]

giovedì 3 maggio 2012

T(r)emo

Trema, Il pavimento ad ogni mio passo. Trema, Il cuore mentre ignora Trema, La mano per il freddo Trema, Il corpo mentre mangio Trema, Jenny trema. Ogni pasto è una sconfitta. Inizio a tremare, guardo ciò che c'è nel piatto, ci gioco, lo spargo. Mi passa la voglia, come se fosse un di più, come se non fosse necessario. Non riesco ancora a vederlo come una medicina. Martedì prossimo partirò per Bruxelles, è un viaggio che ho vinto, è un premio. Dovrei esserne entusiasta, invece no. Ho così tanta paura che preferirei non partire ed oggi come oggi se avessi saputo di vincere a quel progetto non avrei mai partecipato. Ho passato la mattinata in ospedale, visita con la psicologa, ho fatto le carte per la copertura sanitaria al di fuori dell'Italia. Dovrei preparare le cose, pensare a quante cose belle poter vedere, non prepararmi ad essere salvata all'estero. La psicologa è preoccupata, potrei stare male e per questo dovrei cercare almeno in questi giorni di vedere il cibo come una medicina, è la mia medicina. Ma non ce la faccio, sento qualcosa che mi sovrasta, che mi preme la nuca. Non è mal di testa, è senso di colpa. Mi sento in colpa ad essere al mondo. Mia madre non riesce a trovare un altro lavoro, ed io mi sento una "bocca in più". La fame passa, il sorriso scompare... Vorrei alleviare ogni suo male, ogni sua sofferenza. Vorrei avesse la vita che merita. Vorrei farla stare bene, anche a costo di eliminarmi. Sono così dissociata che nemmeno riesco a scrivere come il mio solito, mi mancano le parole. Per questo non volevo scrivere. Non volevo un post "meno interessante" degli altri. Ma qui c'è qualcuno che segue il mio "come sto". E quindi cerco di sforzarmi. È terribile, mi sento morta. Mio padre si risposerà a giugno, a giugno finisce la scuola, a giugno arriveranno i risultati, mia madre è in crisi, i miei voti non sono come vorrei. Mi manca da morire "Lei", non la malattia, la mia vecchia psichiatra. Mi manca ballare, mi manca divertirmi. Mi manca mangiare una pizza, una fetta di crostata con la marmellata ai mirtilli, le fragole con la panna, il gelato al mascarpone, la nutella, la pasta con il ragù della mamma, il risotto con le pere e le noci, il formaggio grana. Ecco che cosa c'è. Voglio pinagere... Voglio spegnermi. Mi manco.

venerdì 27 aprile 2012

E se fosse il mio nido?

E' un fluire di parole quello che sono oggi, rabbiose e docili al contempo.
Piattume di giorni che scorrono
La malattia resta. O forse no.
Se potesi scindere ciò che è malato da ciò che è sano neppure con un bisturi
riuscirei ad eseguire un taglio netto. Perfetto.
Tra le sei del mattino e la mezzanotte, chissà che cosa c'è di giusto, io non lo so più.
Non vedo il giusto, non sento il giusto e forse.. non cerco il giusto.
Mi sono persa, in un labirinto senza ingresso ne uscita, io sono entrata dall'alto.
Mi ci hanno lanciata.

                                      ...E poi domando a me stessa, la medesima cosa.
                        Perchè restare in questo inferno nonostante la possibilità di uscirne?

                                          L'uccello si sente protetto tra quei rami,
                                                  io tra i rami ho nidificato.

venerdì 20 aprile 2012

Piango al buio

                                                 E' come perdermi questa melodia.
                                              E' il sorriso scomposto che mi annienta
                                           
E'la falsità che devo far mia ogni giorno


                                                    
                                                     (Per sentire questa immagino dobbiate stoppare quella del blog.
                                                                                                                   Il lettore è a fine pagina)

mercoledì 11 aprile 2012

I'll burn

Ed ho nuovamente gli occhi persi, volti all'infinito che di infinito ha solo la monotonia e l'angoscia di una cosa senza fine. Quella cosa, la mia vita. Scorrono i giorni, aumenta il peso ed è il meno. E' la rassegnazione davanti a tutto questo che azzera,sconcerta e tacita annienta.

Tacito è il suono dei miei passi, della fiele che scorre timida davanti ai miei occhi. Spettatori passivi dello sgomento del prima e del dopo. Qual sia la fine m'è ignoto, breve e fiera belva del mio presente.
Contorsioni di visceri, tra idee sparse e singhiozzi
. Circo, macabro esperimento di questa messa in scena.

Il giorno in cui per la prima volta fui abbagliata dalla vita smisi di pregare. In grembo pregavo, certo non ad un Dio, di udire pugni sull'ingombrante pancia genitrice. Ma a nulla valsero le speranze della mia morte natale, del mio precoce fallimento. Venni al mondo, un tiepido pomeriggio di venti anni fa.
Quando tutto ancora poteva essere bello. Quando il cane faceva la guardia alla mia culla. Quando avevo una famiglia, una casa, un'altalena. Ma quei confini, si restrinsero, confinandomi alla soglia della pubertà al mio solo corpo. Il confine più spietato da accettare, sopportare.

Perennemente combattuta tra il desiderio di vivere e quello di morire.
Chiaro è che se potessi scegliere non opterei per la vita. Quella dai colori pastello, tenui dove i fiori sbocciano a primavera, la neve cade d'inverno, la nebbia crea atmosfera e le foglie che cadono sono una parata di meravigliosi colori. Io, questo tipo di vita l'ho visto solo nelle pubblicità, sognato nei libri.

A nulla vale vivere ora. La nebbia placa l'anomia, la pioggia confonde le lacrime, il sole mi chiude in casa e l'autunno segna l'inizio di una nuova sconfitta.
Non riesco a vivere da sola.
Non riesco a morire da sola.

Per entrambe ho bisogno di un qualcuno che mi aiuti a condurre l'impresa.

                                       Bruciatemi e spargete le mie ceneri sull'auto
                                    di colei che ha segnato il mio nuovo precipitare.
                                     Spegnetemi, non sono a risparmio energetico.

martedì 10 aprile 2012

Tumbalalaika qui e la.

Credo di aver perso il segnale.
Il segnale che la Terra usava per tenermi legata, con le sue onde a quello che è il comune vivere.
Viaggio su confini paralleli, un piedi qui ed uno al di là del concesso. Vivo se così si può dire, spingendo sempre il piede sull'acceleratore, voltandomi pur di non guardare, correndo pur di non sentirmi.Sto facendo l'impossibile pur di non fermarmi e percepirmi. Corri corri corri che tanto ti schianti e lo sai.Arriverà il giorno in cui i tuoi elettroliti ti ritorneranno tutte le angherie subite, in cui non faranno da complici a questo massacro. Arriverà il giorno in cui non accetterai più un sondino.O forse, arriverà il giorno in cui nessuno vedrà che sei divelta a terra senza vita. Nessuno avrà ascoltato, visto percepito i tuoi elettroliti che stanchi facevano i bagagli, decidendo così la tua morte.Arriverà forse il giorno in cui non ti vorranno più nutrire con una sonda... arriverà quel giorno. Sei cosciente.

V e n t'a n n i tra poco meno di una settimana. E forse non so più utilizzare un coltello. Una forchetta di normali dimensioni. Tanto vale che ricomincio a mangiare con il cucchiaino storto dei piccini.
Eh si, perchè tanto è li che vorrei tornare.  Forse privare me stessa della responsabilità di mangiare è l'unico modo di "affievolire" il carico. Lo dicono sempre che il sondino è come dare man forte al mio disagio, ahimè deontologicamente parlando se io non apro la bocca non possono lasciarmi li. GIochi infimi, ma sono malata no?  Sono così cocciutamente intelligente e malata, testarda e masochista, arida e nefasta che la psicologa ha bisogno della "Balia" per sopportarmi. Venerdì la new entry.

La nuova psichiatra. Psicologa o quel che sia. Mi auguro sia capace e sopratutto dotata di un bello spessore, perchè non avrò pietà. E' bene che lo sappia. Sono stanca di tutte le loro arie da sapienti in materia, quando me li mangio con un boccone. Arriverà il momento in cui capiranno che io...sono così.
Non sono nata malata, chiaramente. Sono nata in un ambiente che mi ha portato ad ergere questo muro davanti ad un mondo così ricolmo di ignoranti, di finti saggi e stolti sapienti. Un ambiente in cui se hai qualcosa dentro soffri incolpandoti di non essere stupido come gli altri. E non parlo di voti a scuola, qui è un altro piano. Ciò che uno ha dentro, perchè oggi il fatto di avere qualcosa è come essere segnati alla discriminazione. Di ogni genere.

Ad oggi mi domando, come e perchè nei miei momenti più bui io raggiunga quella simbiosi con i miei sentimenti tale da riuscire a scrivere cose che da "savia" non potrei. Mi domando come io riesca a disegnare cose così ricolme di significato, mentre in giorni di sole come questi, in cui fingo spudoratamente anche con il letto che mi accoglie la notte...io sia piatta.
Per vivere mi appiattisco, per convivere con i miei coetanei sorrido, si certo... ma quello non mi appartiene. Io sono quella cupa che scrive poesie sulla panchina del lungomare mentre non c'è nessuno oltre la nebbia. Sono quella rinchiusa nella camera con fogli e carboncino, finestre tappate ed ossigeno rarefatto. Soffro e creo quella giusta situazione di omeostasi tra me stessa ed il mondo, faccio entrare un po' di lui ed in lui trasferisco un po' di me.

DIfficile da comprendere per chi nutre e soddisfa le sue vacanze vincendo vacanze raggiuungendo gli obiettivi delle case farmaceutiche. Non dico che i farmaci siano dannosi, li ritengo necessari spesso. Ma perchè appiattirmi? Perchè placarmi? Perchè nutrirmi? Perchè addormentarmi? Perchè stabilizzarmi? Perchè dovete farvi le vacanze appiattendo quello che è il mio viaggio? Io il mio viaggio lo compio con i crampi, gli svenimenti, le lacrime, il panico, con carta e penna. Finto buonismo. Lungi da me la presa di posizione antipsichiatrica. Perchè non lasciarmi nel mio antro metafisico?Ne muoiono tante. Io della morte non ho paura, ci gioco giorno e notte, a volte più a volte meno e fino ad ora nonostante tutto, il lietofine tanto agognato non c'è mai stato. Perchè costringere una persona a restare? MI hanno messa al mondo, con in tasca un biglietto di sola andata con destinazione "IL Mondo" ora sono cresciuta, ed ho risparmiato abbastanza.
Voglio il biglietto di ritorno. Lo esigo.



E' un post abbastanza psicotico, mi scuso. Ma mi urtavano profondamente gli spazi e le righe interrotte a metà, tre quarti o quelchesia.

martedì 3 aprile 2012

Effluvi di delirio

Oltre il limite tangibile della tua memoria.
Devi andare oltre, devi superarlo, devi cercare ancora più indietro
Non ti domando l'impossibile, solo di farmi sognare ciò che non ricordo sai, inutile cercare di tatuarsi sul corpo un pensiero, una sofferenza.
Al di la' del limite, del visibile proprio la, dove tutto si distrugge.
Dove tutto distrugge tutto. Dove il nulla riempie tutto di niente.
Niente:entità.
Effluvi le lacrime, particelle il corpo, banalità il sentimento.
Sentimento, imperante, intransigente.
(-in) privazione.
Privazione. Sacrificio.
Anche le Fate sacrificano le ali pur di relegare i piedi al suolo. Processo inverso.
Indossare le ali per staccarsi da terra.
Li dove barcolli, t(r)emi, fremi.
Guarigione o chichessiaquellacosa come slogan pubblicitari, effetto e pronto intervento.
Come se in ventunogiornidisanitàmentale potessi cambiare davvero metà di ciò che sei.
Conferenze banali, monotone disinformanti e fuorvianti.
(-anti)paraculaggine per trasmettere un messaggio opposto a quello reale.
Anti-me.
Come dire che io esisto.
Il me è lampante, è ultimo, rimane impresso.
Anti non attira l'attenzione.
Anti-me, non sai che sono contro me stessa mentre tu capisci che io esisto.

Descritta come mente sottovuoto. Senza data di scadenza, in fioritura.
Addomesticare previa consumazione.
Conservare in luogo asciutto lontano da fonti di calore.
Conservarmi tra pensieri aridi lontano dall'amore. Amore-calore. Bello no?

Troverai la tua strada, un po' più in la.
Un po' più in la del limite.
Limite perennementespostato.

Al di là del niente dove risiede il nulla ove comanda la prestazione degna di lode senza più ambizione

giovedì 29 marzo 2012

Brindiamo.

"Il tuo progetto si è distinto per contenuti, attualità e fantasia nell'esposizione. Ha ricevuto un punteggio altissimo, 55/60. Il più alto tra tutti gli elaborati ricevuti.
L'Associazione Consiglieri ha ritenuto il tuo progetto tra quelli vincitori. "


Il mio progetto è il primo in Regione.
Ho vinto un viaggio.
Andremo in Parlamento a Bruxelles.

Due su due concorsi vinti.
Ed io mi sento in colpa verso la mia compagna di classe che due su due ne ha persi, lei che è la migliore in classe.

Deduco da queste esperienze che io non so  g i o i r e.
Gioire?
Vado a prendere la coca zero e il vocabolario per questo termine...

_un crampo alla pancia_
_"crick" l'anca destra_
_ginocchio che cede_
_non esco_

Stavamo parlando di g i o i a   e  gioire no?
Chissà come può gioire un'anziana.
Perchè ormai, sono vecchia. Dentro.

Mi faccio un te caldo. Brindiamo.

mercoledì 28 marzo 2012

Non ho più parole.

Tu che ti sei demineralizzato quando io avevo solo 12 anni.
Tu che hai retto con l'aiuto dei dottori, tu che fino a poche ore fa eri li, con me.
Tu che hai sopportato i succhi gastrici mentre ti maltrattavano,
Tu che hai sopportato le millemila carenze alimentari.
Mi dispiace saperti scivolato nel mio esofago.
L'utile è che.. comunque sarai fonte di calcio.
Il tuo è un sacrificio in nome del funzionamento generale.
L'osteoporosi vince.
Ciao Dente.

E' una giornata difficile.
Mi si è rotto un dente mangiando uno yogurt.
Non si vede ma io lo so e.. Mi vergogno.
Mi sento come se fossi arrampicata su un albero altissimo, se provassi a scendere mi schianterei al suolo e se rimanessi arrampicata... morirei comunque.

E' tutto nero.

N e r o.

venerdì 23 marzo 2012

Sviluppi

Ho lasciato la terapia.

Ora sono realmente sola e allo sbando


Sto sviluppando i negativi dei miei ricordi, riaffiorano ed hanno colori sfocati.
Colori soffocati.
La mia vita non ha colore da molto molto tempo
Forse i colori non esistono proprio.

domenica 18 marzo 2012

..perchè non muoio?
eh?
Perchè?


Perchè l'erba cattiva non muore mai.

mercoledì 14 marzo 2012

Non esisto.

I passi mentre cammino.
Gli scalini per salire
Le mattonelle nel vialetto
Le volte che mastico un boccone.
Le fettine in cui divido un pomodoro.
I quadratini in cui divido le fettine.
La vasche in piscina.
Le bracciate in una vasca.
I voti a scuola.
Le mie gambe.
La mia altezza.
Il mio peso.
Il mio seno.

Io non ce la faccio più a contare.
Non ce la faccio più a pesare il mio dolore,
un dolore che peraltro un peso non ce lo ha.
Non ce la faccio più a vivere in base al rendimento,
a crollare in un mare di doloroso cibo al primo voto "non accettato".
Alla prima osservazione che mi ferisce.

Sono immersa in questo mondo parallelo, ovattato... astratto.
E tornare a percepire la realtà mi distrugge.
Sconfiggere l'anestesia è ora impensabile... 
il dolore mi assalirebbe e come dice la psicologa "mi lancerei da un ponte".
E' vero.

giovedì 1 marzo 2012

And so ?

E' tutto così monotono, piatto e logorante.
Io non parlerò più. Non voglio più parlare.

La depressione che mi sta avvolgendo è qualcosa di straziante, piango piango sempre.
A scuola non procede più benissimo, mi sto lasciando andare.

Ieri ero ad una premiazione per un concorso letterario... erano tutti felici.
Mia madre, la vicepreside, la professoressa di Lettere.
Siamo stati premiati da niente meno che la Preside della Facoltà Di Lettere e Filosofia e il Direttore del giornale del quotidiano della nostra zona. Ci hanno definiti "talenti".
Subito dopo la premiazione sono andata a spedire un progetto fatto per un altro concorso.
Chissà.
-Magari quel viaggio lo vinco-
-Non dire eresie, non ce la farai!-

Mi sto regalando il peggio.
Il peggiore augurio e la peggior vita.

Almeno qualcosa nella mia vita riesce, mi sto rovinando.
Mi sento più vuota e persa che mai.
Non sento nulla dentro.
Il cuore è spento la mente invece... sovraccarica.

giovedì 23 febbraio 2012

Ho paura.

Ero al controllo oggi.
A metà colloquio mi hanno pesata, da quel momento in poi io mi sono spenta.
Ho iniziato a piangere, un pianto di dolore puro, avrei voluto morire li.
Mi chiedo perché, mangiando quasi nulla e facendo il triplo di attività fisica ip mio peso sia lievitato in questo modo.
Ho paura, continuo a piangere.. E più vedevo loro più volevo farmi del male quasi ad urlargli "Perché non capite? Scacciate tutto questo inferno, aiuto!" la psicologa leggeva il mio dolore negli occhi, fissavo il vuoto, le lacrime scendevano, nessun singhiozzo, solo io e la mia disperazione. Il medico o meglio, la dottoressa era felice, ribadiva continuamente "io sono contenta". Ed io morivo, ogni lettera, ogni rumore ogni cosa mi irritava... Morivo ed ora invece mi accorgo di esistere ancora.
Una balena spiaggiata sul divano.

Ho paura.
Ho paura perché voglio farmi del male.
Perché salgo invece che scendere. Perché?

Ho paura,
Voglio un abbraccio e poi morire.
Voglio morire, sono esausta.

mercoledì 22 febbraio 2012

Gita

È inutile che io continui a raccontare che "non ho fame" perché è la più assurda eresia che io possa raccontare. Significa solo continuare a prendermi ingiro.

Ho fame. Io ho fame, maledettamente fame.
Di tutte quelle cose buone, che ogni volta mentre le mastichi vivi un orgasmo. Anzi, che dico, penso che il cibo sia mille volte meglio si un uomo.
Peccato che io mi privo di entrambi. L'unica certezza che ho è ce l'uomo tradisce e il cibo ingrassa.

Sono entrata in un supermercato oggi, ci sono stata dentro ore. Ero esterrefatta dalla miriade di merendine, di dolci, di barrette ai cereali nei più disparati gusti. C'erano quelle semplici, quelle con le nocciole, quelle ricoperte di caramello, di cioccolato bianco e fragole, allo yogurt, con miele e noci, con o frutti di bosco, con il ribes e con l'arancia e la cannella. 171kcal. Ho scoperto l'esistenza di nuove cremette spalmabili, al cocco, al cioccolato bianco, bigusto fino alla classia nutella. Mille cioccolate Milka di tutti i gusti, dimensioni e ripieni. Biscotto, caramello, yogurt e fragole, wafer, nocciole, tris di cioccolati. Ho scoperto che o prodotti Limited Edition hanno raggiunto il mercato dei cibi... Twix,Duplo,KitKat, tutti quanti In Versione "Bianca" Limited Edition. Discriminazione razziale anche tra i dolci.
Fatto sta che io sono uscita dal supermercato con un pacchetto di gomme da masticare alla mela verde, una coca zero ed una vaschettina di mousse di mela.
Ma questo non è il peggio. Il peggio infatti non è ciò che ho comprato, ma il caos che mo' si è creato in testa. Mentre scorrevo tra gli scaffali, era come se stessi mangiando ciò che vedevo, mi sentivo in colpa per ciò che vedevo, per i sapori che mi sembrava di avere in bocca. Appena fuori, ho acceso una sigaretta e sono crollata a piangere.

Domani, caffè, scuola, psicologa, visita internistica... E tutto il resto.
Ed io sono stanca. Stanca di persone che non accolgono il mio urlare un bisogno enorme d'aiuto. Aspettano che un'aritmia non mi faccia più svegliare al mattino? Aspettano che le mie gambe cedano ancora? Che mi venga un' altra sincope? Che io collassi a terra?
Si dice tanto che chiedere aiuto è importante e difficile.
Appunto perché è difficile uno poi si aspetta che l'aiuto ci sia.
AIUTO DOVE SEI? dove siete cara equipe?
Bah.

lunedì 20 febbraio 2012

None.

"Neque porro quisquam est qui dolorem ipsum quia dolor sit amet, consectetur, adipisci velit..."

E mi pare di avere già scritto troppo.
Tutto è troppo.

sabato 18 febbraio 2012

Voglio Vol(a)ere

"Voglio avere la testa elegante, classica ed essenziale"Cambio sempre più spesso i capelli, un'aggiustatina qui, una li, poi il desiderio di farli ricrescere. Come quando ero angelica,una piccola bambola.Quando arriva però la consapevolezza che mai più torneranno lunghi quanto lo erano lo sconforto mi assale e li taglio.
Sono la contraddizione fatta persona. Sono un po' più rossi anche. Due occhioni, pelle bianca ed occhiaie.
Niente di più.

Tutto il resto, dal collo in giù vorrei non vivesse con me. Vorrei non dovermi trascinare eppure non posso lasciarmi a casa. La natura umana non permette questa "vivisezione in vita". Solo da morta potrò essere divisa. Potranno vedere che cosa c'è di cosi marcio nella mia testa.
Perchè qualcosa che non va ci deve pur essere.
E sarà in quel momento che "la custode della mia anima" capirà di avermi distrutta per sempre.

Da perfetta contraddizione vivente quale sono, cerco disperatamente di privarmi di ogni cosa che desidero.
Sempre se ciò che sento è desiderare qualcosa o desiderare di  non volere"
Mi sento sola, ma allontano.
Ho fame, ma evito.
Vorrei parlare, ma taccio. E ingoio. E parlo a modo mio.
Vorrei andare bene a scuola, non riesco a studiare.

E come ripete la mia professoressa di Italiano, per studiare bisogna mangiare.
-"Figlietta mia, me dicessi ammè come fà 'na dieta!"-
E' Romana, severissima ma con lei mi sento a mio agio. I miei interessi che discostano anniluce da quelli dei miei coetanei sono protetti. Io amo leggere cose particolari, testi filosofici, classici italiani mentre... attorno a me... regna incontrastato il "Livello Moccia". Nulla contro quei libri, ritengo però non bisognerebbe fermarsi ad una semplice storia d'amore che fa sognare tutti, anche me.
Faceva sognare anche me quando la malattia non mi aveva divorato l'anima. Quando gioivo per
quei chili persi, quando facevo tutto, senza sentire la minima debolezza.
Ora mi trascino, mi presento, mi porto, mi tutelo.
Mi trascino nei miei doveri (scuola), mi presento (alle visite), mi porto (a casa), mi tutelo (dormendo e garantendomi la sopravvivenza)
Ho buttato tutti questi otto anni, qualche tregua qui e la, alti e bassi ma sempre buttati sono.
Non ho una vita sociale, non ce l'ho mai avuta perchè ero "sempre troppo matura". Preferivo stare a casa con mamma a cucinare che andare ai compleanni dei miei amichetti delle elementari. Ed ora preferisco stare a casa a leggermi un buon libro o a piangere con una melodia al violino piuttosto che andare a rimbecillirmi in una discoteca. Anche perchè, discoteca...
Discoteca significa per me scegliere che cosa bere, accertarmi che non sia troppo fredda, assicurarmi che ci sia un posto dove sedersi, che ci sia qualcuno che conosce il mio problema e che noti se svengo dopo una sigaretta. Calcolando che alcolici non bevo, che redbull light sono impossibili da trovare in discoteca, che la cocacola zero è anch'essa introvabile...Significa partire di casa e non vedere l'ora di ritornarci, restando fuori consapevole di avere mia madre a casa sveglia, mentre aspetta la telefonata dell'ospedale che l'avverte di uno svenimento della sua dolce creatura. COnsapevole che se la bevanda sarà troppo fredda rischio una colica addominale, che se la sigaretta è troppo vicina alla precedente potrei svenire, che la musica troppo alta potrebbe stordirmi e causarmi un attacco di panico.

Nel mio piccolo, so che tutto questo è malato. Vivo una vita da malata.Il peggio però è quando, cercando di accantonare tutta questa realtà parallela torno con i peidi a terra e sono consapevole di non essermi sempre lasciata andare, di aver provato a fare qualcosa più e più volte. Ma nulla è giovato.Mesi in clinica, mesi in un centro di salute mentale, mesi con il sondino per ben due volte. Senza contare tutte le flebo, le vitamine, gli integratori, i colloqui con questo e quello psichiatra, per poi passare a quel centro con quell'altro psicologo. Ne ho visti di cani e porci.
Ne ho provate di tutti i colori ed ora mi dico... se sono ancora qui, è forse destino che io ci rimanga?

Sono Cristallo.
Ma chi ha il coraggio di prendersi la responsabilità di abbracciare il cristallo?

martedì 14 febbraio 2012

Oggi manchi.

non ne ho di parole per giorni come questi. Piatti.
non ho parole nel dizionario che mi sembrino appropriate. Belle.
non ho sorrisi per fingere una partecipazione attiva. Alla vita.
non ho lacrime per esprimere il dolore che corrode. Caos.

Non posso lasciarmi andare, di questo passo tempo un mese-due e sono nuovamente in ospedale.
E non voglio. O forse si.
...o forse ho così tanto bisogno d'amore da sentirmi considerata, vista...  solo in quei contesti?
Non è umano un ragionamento così.
Infatti è tutto tranne che umano ciò che faccio.

Almeno non finchè c'è scuola. Almeno finchè non crollo 
Giovedì prossimo la conta dei danni dall'uscita del ricovero ad oggi.
Sulla loro bilancia. La mia è un po' troppo incoerente.
Chissà.
Accontenterò quella parte ossessiva o quella viva?
Per ora ho bisogno di non entrare in contatto con il dolore che ho dentro, mi ucciderebbe.
Io però mi sto uccidendo.
Fandonie. Io non morirò.
Non sono mai stata così magra.
Malata.
Oggi deliro.


Ho fame, fame di affetto. Eppure tutto questo dolore mi aiuta a sentirmi viva. 
Da un senso al mio esistere, un galleggiare per non soccombere 
all'abbandono di quella psichiatra che per me era tutto.
Più di tutto il pane del mondo




[Daria, ogni giorno il tuo abbandono pesa sempre si più ed io per accoglierlo mi faccio sempre più leggera]
Volerò via, lontana da te.

martedì 7 febbraio 2012

M(a)rcoledì

Anche un'integratore muore.
Muore con un mozzicone di sigaretta che scivola al suo interno, lo pervade, lo priva della sua potenza calorifica. Lo privo della facoltà di alzare la temperatura del mio corpo. Credo che sia giunta la fine di questa vita, non dell'anoressia.
La dimensione del mio Io è stata assorbita, plasmata ed inglobata. Inglobata in questo mondo che mi riporta al cuore la bambina che non ha vissuto, quella che si aggrappa al corpo di una quasi ventenne privata della dignità tale da renderla persona.
Che vita è. Che anni sono. Che giorno è.

E' martedì, anzi mercoledì oramai. Sono quasi le tre del mattino e nulla ha senso.
I giorni non hanno ore, le tappe della giornata sono quelle che mi fermano, quelle che mi inchiodano alla sofferenza. Oramai gli impegni sono visite, controlli, psicologa, psichiatra. Analisi. Sentenze.

Sono sentenze. Di un corpo che non sa più chi è, a chi appartiene.
Neppure io so chi sono e forse, non ho mai vissuto.

Potrei trasformarmi in quel punto che finisce la frase principale, in quel punto che controbatte l'insistenza della virgola e la presunzione di un punto esclamativo.
Quel punto  intimorito dalla domanda,
quel punto privo di ogni risposta.
Senso.
Fine.

AbbandonataSolaFrustrataFallitaTimidaSbagliataFreddaAridaCaparbiaFerita
Io saluto me stessa, rifiuto l'offerta e vado avanti.

Buonanotte Lucine

lunedì 6 febbraio 2012

Convivere. Sopravvivere. Non vivere.

Fare il punto della situazione non servirà a nulla, a nessuno tantomeno a me.
Ho sacrificato Natale, Santo Stefano, Capodanno, Bafana, due settimane di scuola.
Ho soffocato lacrime, ingoiato antidolorifici, accettato un sondino, tenuto integratori, venerato flebo per i crampi, per le coliche.
Tutto per permetter loro di evitare al mio cuore di crollare.
Tutto per non mandare troppo a maledirsi i muscoli e che altro sarebbe stato intaccato.

Ho sopportato tutto questo per uscire dall'ospedale e riprendere in mano la mia vita.
Invece no.
Ho sopportato tutto questo per morire ora ogni volta che salgo sulla bilancia e quella sentenza è sempre più tragica.

"è normale che passando dal niente al rialimentarsi Jenny succeda questo"
Così mi dicono.

Ma sapete che io per sforzarmi a fare dei pasti regolari e accettare i vostri integratori non riesco a farmi una doccia, se non al buio?
Sapete che vestirsi ogni mattina ed andare a scuola è una costante tortura, un'eterna sconfitta?
Lo sapete che piango quando mi guardo allo specchio al mattino e provando a sorridere a quella me riflessa, analizzo ogni piega del viso e non mi riconosco?
Da qui la scelta di non sorridere.
Sapete che piango ogni volta che qualcuno mi dice "ti vedo meglio ora, prima era triste guardarti" PRIMA.
Adesso siamo nel dopo. Nel dopo in cui devi sopportarti e aspettare, sperare.
Puoi sperare nella guarigione ma per quanto mi riguarda la guarigione l'ho provata per poi anni dopo ricadere sempre più giu.
Non mi voglio rialzare.

È facile convivere con me e con i miei pensieri per quelle poche decine i minuti a settimana.
Io con me devo convivere giorno e notte.

E sono esausta.

sabato 4 febbraio 2012

L'ottimismo è il profumo della vita

Chiedo scusa per queste poche parole.

Mi sento morire.
Non esisto su questa terra
E il mio corpo si ostina a volervi rimanere

Ho attacchi di panico ogni istante
Ho crisi di pianto per ogni piccolezza

Mi sento sola
Mi mancano tanto alcune persone
E piango
E non ce la faccio più.

PiangereVomitareDigiunareCompensarePiangere

giovedì 2 febbraio 2012

Someone

Già. Proteggetemi voi perchè io non ne ho più le forze.
Ed è così, forse che sto cercando di vedere se una flebile presenza qui sulla terra a me ci tiene.

Non credo nelle favole, non credo nella famiglia del Mulino Bianco, non credo in Dio e non credo in ciò che io posso essere, in ciò che io so fare e in ciò che vorrei fare. Non credo nel bene e non credo nel male. Non credo nella protezione che la mia famiglia ha tentato di darmi, non credo agli abbracci fasulli dei miei genitori, non credo nel loro cercare di riavvicinarsi nel momento del mio bisogno. Non credo al vittimismo gratuito di mia nonna, non credo che il sole scaldi il cuore e non credo che la pioggia attanagli il fiato. Non credo.

Non credo che qualcosa o qualcuno possa salvarmi. Non credo ci si salvi.
Non credo ci sia direzione inversa a questa per vivere convivendo con me.

Credo si possa sopravvivere.
Fino ad un certo punto.

sabato 28 gennaio 2012

Tumbalalaika

Mi rivedo bambina, mentre dondolo su quell'altalena nel giardino che tanto amavo.
Ricordo la mia irrefrenabile voglia di andare sempre più in alto, ogni volta mi ponevo un'ostacolo da superare. Poteva essere un nuovo ramo del cespalbero (lo chiamavo così) oppure una nuvola in cielo.
Io dovevo superarlo. Potevo cadere dall'altalena. Potevo frantumarmi. Potevo fermarmi.

Così ora.
Potrei fermarmi. Potrei cadere. Potrei frantumarmi.
Io devo superare quell'ostacolo.
Quell'ostacolo sono io.
Quanto mi sento persa.

Tanto amore, quanto odio.
Tanta rabbia, quanta stima.

Dolcenotte...
Tumbala... tumbala... tumbalalai...

venerdì 27 gennaio 2012

Fiele



Ed è con questa canzone che scrivo il post.
Ogni momento della mia vita ha una sua colonna sonora, forse perchè il silenzio che c'è dentro ha bisogno di sentire qualcosa. Così, quel qualcosa che non esiste si crea.
Ci sono cose, piccole cose che avrebbero bisogno di calore.
Quel calore umano che manca. Che cerchi. Che crei. Che pur di averlo ti distruggeresti.
Puoi correre attraverso i giorni e continuare a far finta che questo vuoto non ti tocchi ma lo sai,
tutto ciò che ricerchi compulsivamente dalla vita è atto a riempirlo.
Più eccelli, più per un misero attimo sorridi.

I miei occhi sanguinano oggi,
non ci son versi che sorreggano il peso di quel dolore.
Non ci son lacrime mature, pronte.
Mi sento abbandonata oggi,
mentre le mura pare mi agguantino
mentre il mio corpo sembra imprecare perdono.

La fame d'amore, l'amore che fa fame, la fame che da amore.

lunedì 23 gennaio 2012

Riso e Fiele, nasce dal mio bisogno compulsivo di scrivere.
Di scrivere cose spesso scomode, cose che non vorrei mai venissero trovate perchè lasciate sbadatamente su una scrivania, dentro ad un libro o chissàdove. Scrivo perchè parlare non mi riesce semplice, perchè alle volte, quando vorrei farlo non ne ho le forze, perchè quando ne ho le forze mi tappo la bocca con metodi poco naturali.
Parlo in maniera innaturale.
Parlo con il mio corpo, al mondo che attonito guarda repentini cambiamenti, senza poter fare nulla se non subire come spettatore un massacro. L'ennesimo.
Parlo consumando un corpo che ha in se troppi ricordi, che racchiude frasi mai dette, avvenimenti mai raccontati e lacrime mai versate. E' un male che ho covato da quando ero in fasce, alimentato da quando ho 12 anni e protetto ahimè involontariamente fino ad ora che gli anni sono quasi venti.
Pochi mesi ancora. E' uno di quei mali che illude di donarti tutto ciò che non credevi di essere, tutto ciò che non credevi d'avere: Forza, tenacia. L'illusione sta proprio nel fatto che mentre credi ti stia dando il necessario per andare avanti ti sta sottraendo tutto. Amicizie, sorrisi, affetto. Tutto.
I chili vanno e vengono ma le amicizie, quelle non sempre ritornano. Vi parlerò da bambina che non sono potuta essere e che oggi risiede nel corpo e nell'anima di una ventenne.


Scriverò,
e non sempre saranno cose piacevoli, non sempre sarà facile leggere.
Spesso ci saranno manipolazioni, spesso ci saranno frasi appartenenti al deserto che ho dentro.
Frasi di una galera, qual'è l'Anoressia che mi tormenta, la fame d'amore più grande che una persona possa provare.
Ma ho bisogno di scrivere, è il mio modo di piangere.
Ho bisogno di creare uno spazio mio,
dove posso delirare o meno a seconda di come realmente sto.

Restate pure qui se volete leggermi,
commentare, chiedere.
L'unica cosa che chiedo in questo mio "salotto"
è di entrare in punta di piedi.
Pareti e soffitto sono di cristallo.