giovedì 23 febbraio 2012

Ho paura.

Ero al controllo oggi.
A metà colloquio mi hanno pesata, da quel momento in poi io mi sono spenta.
Ho iniziato a piangere, un pianto di dolore puro, avrei voluto morire li.
Mi chiedo perché, mangiando quasi nulla e facendo il triplo di attività fisica ip mio peso sia lievitato in questo modo.
Ho paura, continuo a piangere.. E più vedevo loro più volevo farmi del male quasi ad urlargli "Perché non capite? Scacciate tutto questo inferno, aiuto!" la psicologa leggeva il mio dolore negli occhi, fissavo il vuoto, le lacrime scendevano, nessun singhiozzo, solo io e la mia disperazione. Il medico o meglio, la dottoressa era felice, ribadiva continuamente "io sono contenta". Ed io morivo, ogni lettera, ogni rumore ogni cosa mi irritava... Morivo ed ora invece mi accorgo di esistere ancora.
Una balena spiaggiata sul divano.

Ho paura.
Ho paura perché voglio farmi del male.
Perché salgo invece che scendere. Perché?

Ho paura,
Voglio un abbraccio e poi morire.
Voglio morire, sono esausta.

mercoledì 22 febbraio 2012

Gita

È inutile che io continui a raccontare che "non ho fame" perché è la più assurda eresia che io possa raccontare. Significa solo continuare a prendermi ingiro.

Ho fame. Io ho fame, maledettamente fame.
Di tutte quelle cose buone, che ogni volta mentre le mastichi vivi un orgasmo. Anzi, che dico, penso che il cibo sia mille volte meglio si un uomo.
Peccato che io mi privo di entrambi. L'unica certezza che ho è ce l'uomo tradisce e il cibo ingrassa.

Sono entrata in un supermercato oggi, ci sono stata dentro ore. Ero esterrefatta dalla miriade di merendine, di dolci, di barrette ai cereali nei più disparati gusti. C'erano quelle semplici, quelle con le nocciole, quelle ricoperte di caramello, di cioccolato bianco e fragole, allo yogurt, con miele e noci, con o frutti di bosco, con il ribes e con l'arancia e la cannella. 171kcal. Ho scoperto l'esistenza di nuove cremette spalmabili, al cocco, al cioccolato bianco, bigusto fino alla classia nutella. Mille cioccolate Milka di tutti i gusti, dimensioni e ripieni. Biscotto, caramello, yogurt e fragole, wafer, nocciole, tris di cioccolati. Ho scoperto che o prodotti Limited Edition hanno raggiunto il mercato dei cibi... Twix,Duplo,KitKat, tutti quanti In Versione "Bianca" Limited Edition. Discriminazione razziale anche tra i dolci.
Fatto sta che io sono uscita dal supermercato con un pacchetto di gomme da masticare alla mela verde, una coca zero ed una vaschettina di mousse di mela.
Ma questo non è il peggio. Il peggio infatti non è ciò che ho comprato, ma il caos che mo' si è creato in testa. Mentre scorrevo tra gli scaffali, era come se stessi mangiando ciò che vedevo, mi sentivo in colpa per ciò che vedevo, per i sapori che mi sembrava di avere in bocca. Appena fuori, ho acceso una sigaretta e sono crollata a piangere.

Domani, caffè, scuola, psicologa, visita internistica... E tutto il resto.
Ed io sono stanca. Stanca di persone che non accolgono il mio urlare un bisogno enorme d'aiuto. Aspettano che un'aritmia non mi faccia più svegliare al mattino? Aspettano che le mie gambe cedano ancora? Che mi venga un' altra sincope? Che io collassi a terra?
Si dice tanto che chiedere aiuto è importante e difficile.
Appunto perché è difficile uno poi si aspetta che l'aiuto ci sia.
AIUTO DOVE SEI? dove siete cara equipe?
Bah.

lunedì 20 febbraio 2012

None.

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E mi pare di avere già scritto troppo.
Tutto è troppo.

sabato 18 febbraio 2012

Voglio Vol(a)ere

"Voglio avere la testa elegante, classica ed essenziale"Cambio sempre più spesso i capelli, un'aggiustatina qui, una li, poi il desiderio di farli ricrescere. Come quando ero angelica,una piccola bambola.Quando arriva però la consapevolezza che mai più torneranno lunghi quanto lo erano lo sconforto mi assale e li taglio.
Sono la contraddizione fatta persona. Sono un po' più rossi anche. Due occhioni, pelle bianca ed occhiaie.
Niente di più.

Tutto il resto, dal collo in giù vorrei non vivesse con me. Vorrei non dovermi trascinare eppure non posso lasciarmi a casa. La natura umana non permette questa "vivisezione in vita". Solo da morta potrò essere divisa. Potranno vedere che cosa c'è di cosi marcio nella mia testa.
Perchè qualcosa che non va ci deve pur essere.
E sarà in quel momento che "la custode della mia anima" capirà di avermi distrutta per sempre.

Da perfetta contraddizione vivente quale sono, cerco disperatamente di privarmi di ogni cosa che desidero.
Sempre se ciò che sento è desiderare qualcosa o desiderare di  non volere"
Mi sento sola, ma allontano.
Ho fame, ma evito.
Vorrei parlare, ma taccio. E ingoio. E parlo a modo mio.
Vorrei andare bene a scuola, non riesco a studiare.

E come ripete la mia professoressa di Italiano, per studiare bisogna mangiare.
-"Figlietta mia, me dicessi ammè come fà 'na dieta!"-
E' Romana, severissima ma con lei mi sento a mio agio. I miei interessi che discostano anniluce da quelli dei miei coetanei sono protetti. Io amo leggere cose particolari, testi filosofici, classici italiani mentre... attorno a me... regna incontrastato il "Livello Moccia". Nulla contro quei libri, ritengo però non bisognerebbe fermarsi ad una semplice storia d'amore che fa sognare tutti, anche me.
Faceva sognare anche me quando la malattia non mi aveva divorato l'anima. Quando gioivo per
quei chili persi, quando facevo tutto, senza sentire la minima debolezza.
Ora mi trascino, mi presento, mi porto, mi tutelo.
Mi trascino nei miei doveri (scuola), mi presento (alle visite), mi porto (a casa), mi tutelo (dormendo e garantendomi la sopravvivenza)
Ho buttato tutti questi otto anni, qualche tregua qui e la, alti e bassi ma sempre buttati sono.
Non ho una vita sociale, non ce l'ho mai avuta perchè ero "sempre troppo matura". Preferivo stare a casa con mamma a cucinare che andare ai compleanni dei miei amichetti delle elementari. Ed ora preferisco stare a casa a leggermi un buon libro o a piangere con una melodia al violino piuttosto che andare a rimbecillirmi in una discoteca. Anche perchè, discoteca...
Discoteca significa per me scegliere che cosa bere, accertarmi che non sia troppo fredda, assicurarmi che ci sia un posto dove sedersi, che ci sia qualcuno che conosce il mio problema e che noti se svengo dopo una sigaretta. Calcolando che alcolici non bevo, che redbull light sono impossibili da trovare in discoteca, che la cocacola zero è anch'essa introvabile...Significa partire di casa e non vedere l'ora di ritornarci, restando fuori consapevole di avere mia madre a casa sveglia, mentre aspetta la telefonata dell'ospedale che l'avverte di uno svenimento della sua dolce creatura. COnsapevole che se la bevanda sarà troppo fredda rischio una colica addominale, che se la sigaretta è troppo vicina alla precedente potrei svenire, che la musica troppo alta potrebbe stordirmi e causarmi un attacco di panico.

Nel mio piccolo, so che tutto questo è malato. Vivo una vita da malata.Il peggio però è quando, cercando di accantonare tutta questa realtà parallela torno con i peidi a terra e sono consapevole di non essermi sempre lasciata andare, di aver provato a fare qualcosa più e più volte. Ma nulla è giovato.Mesi in clinica, mesi in un centro di salute mentale, mesi con il sondino per ben due volte. Senza contare tutte le flebo, le vitamine, gli integratori, i colloqui con questo e quello psichiatra, per poi passare a quel centro con quell'altro psicologo. Ne ho visti di cani e porci.
Ne ho provate di tutti i colori ed ora mi dico... se sono ancora qui, è forse destino che io ci rimanga?

Sono Cristallo.
Ma chi ha il coraggio di prendersi la responsabilità di abbracciare il cristallo?

martedì 14 febbraio 2012

Oggi manchi.

non ne ho di parole per giorni come questi. Piatti.
non ho parole nel dizionario che mi sembrino appropriate. Belle.
non ho sorrisi per fingere una partecipazione attiva. Alla vita.
non ho lacrime per esprimere il dolore che corrode. Caos.

Non posso lasciarmi andare, di questo passo tempo un mese-due e sono nuovamente in ospedale.
E non voglio. O forse si.
...o forse ho così tanto bisogno d'amore da sentirmi considerata, vista...  solo in quei contesti?
Non è umano un ragionamento così.
Infatti è tutto tranne che umano ciò che faccio.

Almeno non finchè c'è scuola. Almeno finchè non crollo 
Giovedì prossimo la conta dei danni dall'uscita del ricovero ad oggi.
Sulla loro bilancia. La mia è un po' troppo incoerente.
Chissà.
Accontenterò quella parte ossessiva o quella viva?
Per ora ho bisogno di non entrare in contatto con il dolore che ho dentro, mi ucciderebbe.
Io però mi sto uccidendo.
Fandonie. Io non morirò.
Non sono mai stata così magra.
Malata.
Oggi deliro.


Ho fame, fame di affetto. Eppure tutto questo dolore mi aiuta a sentirmi viva. 
Da un senso al mio esistere, un galleggiare per non soccombere 
all'abbandono di quella psichiatra che per me era tutto.
Più di tutto il pane del mondo




[Daria, ogni giorno il tuo abbandono pesa sempre si più ed io per accoglierlo mi faccio sempre più leggera]
Volerò via, lontana da te.

martedì 7 febbraio 2012

M(a)rcoledì

Anche un'integratore muore.
Muore con un mozzicone di sigaretta che scivola al suo interno, lo pervade, lo priva della sua potenza calorifica. Lo privo della facoltà di alzare la temperatura del mio corpo. Credo che sia giunta la fine di questa vita, non dell'anoressia.
La dimensione del mio Io è stata assorbita, plasmata ed inglobata. Inglobata in questo mondo che mi riporta al cuore la bambina che non ha vissuto, quella che si aggrappa al corpo di una quasi ventenne privata della dignità tale da renderla persona.
Che vita è. Che anni sono. Che giorno è.

E' martedì, anzi mercoledì oramai. Sono quasi le tre del mattino e nulla ha senso.
I giorni non hanno ore, le tappe della giornata sono quelle che mi fermano, quelle che mi inchiodano alla sofferenza. Oramai gli impegni sono visite, controlli, psicologa, psichiatra. Analisi. Sentenze.

Sono sentenze. Di un corpo che non sa più chi è, a chi appartiene.
Neppure io so chi sono e forse, non ho mai vissuto.

Potrei trasformarmi in quel punto che finisce la frase principale, in quel punto che controbatte l'insistenza della virgola e la presunzione di un punto esclamativo.
Quel punto  intimorito dalla domanda,
quel punto privo di ogni risposta.
Senso.
Fine.

AbbandonataSolaFrustrataFallitaTimidaSbagliataFreddaAridaCaparbiaFerita
Io saluto me stessa, rifiuto l'offerta e vado avanti.

Buonanotte Lucine

lunedì 6 febbraio 2012

Convivere. Sopravvivere. Non vivere.

Fare il punto della situazione non servirà a nulla, a nessuno tantomeno a me.
Ho sacrificato Natale, Santo Stefano, Capodanno, Bafana, due settimane di scuola.
Ho soffocato lacrime, ingoiato antidolorifici, accettato un sondino, tenuto integratori, venerato flebo per i crampi, per le coliche.
Tutto per permetter loro di evitare al mio cuore di crollare.
Tutto per non mandare troppo a maledirsi i muscoli e che altro sarebbe stato intaccato.

Ho sopportato tutto questo per uscire dall'ospedale e riprendere in mano la mia vita.
Invece no.
Ho sopportato tutto questo per morire ora ogni volta che salgo sulla bilancia e quella sentenza è sempre più tragica.

"è normale che passando dal niente al rialimentarsi Jenny succeda questo"
Così mi dicono.

Ma sapete che io per sforzarmi a fare dei pasti regolari e accettare i vostri integratori non riesco a farmi una doccia, se non al buio?
Sapete che vestirsi ogni mattina ed andare a scuola è una costante tortura, un'eterna sconfitta?
Lo sapete che piango quando mi guardo allo specchio al mattino e provando a sorridere a quella me riflessa, analizzo ogni piega del viso e non mi riconosco?
Da qui la scelta di non sorridere.
Sapete che piango ogni volta che qualcuno mi dice "ti vedo meglio ora, prima era triste guardarti" PRIMA.
Adesso siamo nel dopo. Nel dopo in cui devi sopportarti e aspettare, sperare.
Puoi sperare nella guarigione ma per quanto mi riguarda la guarigione l'ho provata per poi anni dopo ricadere sempre più giu.
Non mi voglio rialzare.

È facile convivere con me e con i miei pensieri per quelle poche decine i minuti a settimana.
Io con me devo convivere giorno e notte.

E sono esausta.

sabato 4 febbraio 2012

L'ottimismo è il profumo della vita

Chiedo scusa per queste poche parole.

Mi sento morire.
Non esisto su questa terra
E il mio corpo si ostina a volervi rimanere

Ho attacchi di panico ogni istante
Ho crisi di pianto per ogni piccolezza

Mi sento sola
Mi mancano tanto alcune persone
E piango
E non ce la faccio più.

PiangereVomitareDigiunareCompensarePiangere

giovedì 2 febbraio 2012

Someone

Già. Proteggetemi voi perchè io non ne ho più le forze.
Ed è così, forse che sto cercando di vedere se una flebile presenza qui sulla terra a me ci tiene.

Non credo nelle favole, non credo nella famiglia del Mulino Bianco, non credo in Dio e non credo in ciò che io posso essere, in ciò che io so fare e in ciò che vorrei fare. Non credo nel bene e non credo nel male. Non credo nella protezione che la mia famiglia ha tentato di darmi, non credo agli abbracci fasulli dei miei genitori, non credo nel loro cercare di riavvicinarsi nel momento del mio bisogno. Non credo al vittimismo gratuito di mia nonna, non credo che il sole scaldi il cuore e non credo che la pioggia attanagli il fiato. Non credo.

Non credo che qualcosa o qualcuno possa salvarmi. Non credo ci si salvi.
Non credo ci sia direzione inversa a questa per vivere convivendo con me.

Credo si possa sopravvivere.
Fino ad un certo punto.