martedì 14 febbraio 2012

Oggi manchi.

non ne ho di parole per giorni come questi. Piatti.
non ho parole nel dizionario che mi sembrino appropriate. Belle.
non ho sorrisi per fingere una partecipazione attiva. Alla vita.
non ho lacrime per esprimere il dolore che corrode. Caos.

Non posso lasciarmi andare, di questo passo tempo un mese-due e sono nuovamente in ospedale.
E non voglio. O forse si.
...o forse ho così tanto bisogno d'amore da sentirmi considerata, vista...  solo in quei contesti?
Non è umano un ragionamento così.
Infatti è tutto tranne che umano ciò che faccio.

Almeno non finchè c'è scuola. Almeno finchè non crollo 
Giovedì prossimo la conta dei danni dall'uscita del ricovero ad oggi.
Sulla loro bilancia. La mia è un po' troppo incoerente.
Chissà.
Accontenterò quella parte ossessiva o quella viva?
Per ora ho bisogno di non entrare in contatto con il dolore che ho dentro, mi ucciderebbe.
Io però mi sto uccidendo.
Fandonie. Io non morirò.
Non sono mai stata così magra.
Malata.
Oggi deliro.


Ho fame, fame di affetto. Eppure tutto questo dolore mi aiuta a sentirmi viva. 
Da un senso al mio esistere, un galleggiare per non soccombere 
all'abbandono di quella psichiatra che per me era tutto.
Più di tutto il pane del mondo




[Daria, ogni giorno il tuo abbandono pesa sempre si più ed io per accoglierlo mi faccio sempre più leggera]
Volerò via, lontana da te.

2 commenti:

  1. piccola, non devi lasciarti andare così! Lasciati amare da chi ti sta intorno e non rifugiarti dietro la malattia ... infondo come fanno gli altri ad amarti se sei nascosta?? So che ce la farai, che riuscirai a risollevarti e a cominciare la vita che meriti!
    ti stringo

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  2. Ti capisco perfettamente perchè anche io in reparto, durante il ricovero, mi sentivo bene: mi sentivo amata e accolta. E ora che sono a casa sento un vuoto, ho lasciato un pezzo di me in quell'ospedale. Però poi penso che è troppo comodo: si è troppo semplice restare una vita chiusa e seduta in un letto. La vera forza è avere il coraggio di uscire e affrontare la vita, le difficoltà e le gioie che ci vengono poste ogni giorno. Sono arrivata alla conclusione che è da vigliacchi, quale sono io, voler stare chiusi in un ospedale: è vero, è difficile stare bene, talvolta pare impossibile, l'angoscia e la depressione sono così forti da farci passare completamente la voglia di vivere. Ma non è una soluzione rifugiarsi in un ospedale. E' solo un modo per fuggire dalla realtà.
    Io sono sicura che, se lo vuoi, un appiglio, un barlume di luce, puoi trovarlo. Aggrappati a quello e non mollarlo e cerca di riempirti di amore, fosse anche quello di una sola persona, fosse anche solo l'amore verso te stessa.
    Malata...hai ragione, siamo malate. Ma c'è gente pronta ad aiutarci. Non abbandonare quella gente, tienila stretta a te e usala, lasciati amare anche dai dottori...

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